lunedì 8 aprile 2013

M5S: stipendi "ridotti" a 6mila euro



“Partono tutti incendieri e fieri, e quando arrivano sono tutti pompieri”, cantava Rino Gaetano nel 1980. Parole che si prestano a descrivere la realtà politica di ogni era, non solo degli anni ’80.

Durante la campagna elettorale i candidati del Movimento 5 Stelle avevano annunciato che avrebbero trattenuto soltanto 2500 euro degli oltre 11mila previsti, e che soprattutto avrebbero rinunciato ai 3500 euro di "diaria" (il rimborso spese) se non fossero stati in grado di rendicontare nei dettagli tutte le spese sostenute.

Stamattina, invece, è arrivata l'ufficialità del dietrofront di Beppe Grillo, leader (e "proprietario", è sempre utile ricordarlo) del Movimento: ok a stipendi di 6000 euro, e rimborsi spese anche se non si è in grado di fornire scontrini e ricevute fiscali.

"Ragazzi - dice il Fondatore - l'importante è essere presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo trasparente. Io non ho mai eccepito sugli stipendi, ma solo sui vitalizi!". 
Dichiarazione che evidenzia una forte contraddizione con quanto annunciato in campagna elettorale.

Uno degli argomenti principali degli elettori del Movimento 5 Stelle, a giustificazione del proprio voto, è stata la mancanza di credibilità dei “vecchi” politici, incapaci di mantenere le promesse elettorali: che sia il caso di cominciare a riservare lo stesso trattamento anche ai nuovi arrivati?



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