Durante la campagna elettorale i candidati del Movimento 5
Stelle avevano annunciato che avrebbero trattenuto soltanto 2500 euro degli oltre 11mila previsti, e che
soprattutto avrebbero rinunciato ai 3500 euro di "diaria" (il
rimborso spese) se non fossero stati in grado di rendicontare nei dettagli tutte le spese
sostenute.
Stamattina, invece, è arrivata l'ufficialità del dietrofront di Beppe Grillo, leader (e "proprietario", è sempre utile ricordarlo) del Movimento: ok a stipendi di 6000 euro, e rimborsi spese anche se non si è in grado di fornire scontrini e ricevute fiscali.
Stamattina, invece, è arrivata l'ufficialità del dietrofront di Beppe Grillo, leader (e "proprietario", è sempre utile ricordarlo) del Movimento: ok a stipendi di 6000 euro, e rimborsi spese anche se non si è in grado di fornire scontrini e ricevute fiscali.
"Ragazzi - dice il Fondatore - l'importante è essere
presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo
trasparente. Io non ho mai eccepito sugli stipendi, ma solo sui vitalizi!".
Dichiarazione che evidenzia una forte contraddizione con
quanto annunciato in campagna elettorale.
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