giovedì 8 maggio 2014

M5S primo partito tra i giovani: un segnale preoccupante



Secondo uno studio del giornale “Corriere della Sera”, il Movimento Cinque Stelle è il primo partito tra i “giovani”.
E’ un segnale preoccupante. Le nuove generazioni sono la vittima principale di un sistema socio-economico che si è impossessato, dagli anni ’60 in poi, di tutta la ricchezza a disposizione di Stati e privati per i prossimi decenni. I contratti statali a tempo indeterminato sono un miraggio per noi giovani, ed i privati non hanno più soldi da investire nell’occupazione, perché questi soldi sono tutti confluiti nei grandi gruppi finanziari in seguito alle politiche neo-liberiste di tatcheriana e reaganiana memoria.
Le nuove generazioni nutrono un legittimo risentimento nei confronti del “sistema”, ed una legittima aspirazione a migliori condizioni di vita. Tuttavia, manca il metro di giudizio necessario a capire quali soluzioni sono da adottare a livello politico per ottenerle.
Alcune forze politiche lavorano sull’intelligenza: a problemi difficili, quali quelli cui ci mette di fronte l’attuale crisi economica, seguono riflessioni “tecniche” approfondite da cui scaturiscono soluzioni inevitabilmente complesse: il sistema così com’è è da cambiare, ma sono da cambiare alcune delle sue parti, e non c’è nessuna “rivoluzione” da compiere.
Altre forze politiche invece, tra cui il M5S, lavorano sulla “pancia” della gente: il sistema non funziona, il sistema è da abbattere. Poco importa che le soluzioni proposte siano inattuabili (tipo abolizione del Fiscal Compact o adozione degli Eurobond, se ad essi corrisponde un’uscita dall’Euro) o addirittura causa di un peggioramento delle condizioni di vita (ad esempio, uscita dall’Eurozona): sono soluzioni più facili da capire per il cittadini medio, e da qui deriva il loro successo.
Nei confronti delle nuove generazioni, era legittimo nutrire una speranza: che le migliori condizioni materiali rispetto al passato avrebbero portato ad una crescita socio-culturale; si nutriva la legittima speranza, cioè, che davanti ad un mondo globalizzato e complesso i sistemi dell’istruzione avrebbero portato ad una maggiore consapevolezza, da parte delle nuove generazioni, dei problemi e delle soluzioni da adottare per risolverli.
Questa speranza è risultata vana. Soprattutto in Italia, viviamo in mezzo alle macerie della cultura e dell’istruzione: non a caso Pompei cade a pezzi.
La storia ci insegna che in questi periodi di crisi economica e culturale i movimenti populisti, nazionalisti ed estremisti prendono il sopravvento, marciando sull’ignoranza e sulle difficoltà dei cittadini.
Questo sta avvenendo ai nostri giovani. E’ un segnale preoccupante.