Guido Barilla, noto industriale italiano, intervistato a "La Zanzara ", ha
affermato:
"Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale.
"Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale.
Se i gay non sono d'accordo, possono sempre mangiare la pasta di
un'altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non
infastidiscano gli altri"
(Per chi volesse sentire l'intervista completa, rimando a: http://www.youtube.com/watch?v=lshUnKkNH5A).
(Per chi volesse sentire l'intervista completa, rimando a: http://www.youtube.com/watch?v=lshUnKkNH5A).
Personalmente,
trovo l’affermazioni di Barilla totalmenta inopportuna. Non è questione di
condividere o meno la sua posizione, e neppure di mettere in discussione la
libertà di pensiero e di parola.
E’ questione
solo ed unicamente di opportunità.
Mi spiego: fosse una opinione scambiata a cena con i parenti, o al mulino con Banderas, nessun problema; si tratterebbe di una personalissima opinione fatta in un contesto privato, opinione condivisibile o meno, ma rispettabile. Nessuno intende mettere in discussione la libertà individuale di espressione delle proprie idee.
Tuttavia, nel momento in cui decide di esprimere quella stessa opinione a “La Zanzara ”, programma oltretutto
noto per la sua capacità di diffusione di gaffes, Barilla ha ampiamente scavalcato
il limite che delimita l’ambito privato: si trova completamente immerso nell'ambito pubblico, e “fa politica”, volente o nolente, che ne sia consapevole o meno. Fa
politica perché esprime un messaggio molto chiaro sulla società, che
arriva agli orecchi di milioni di persone e che è in grado di modificare le
loro opinioni.
Mi spiego: fosse una opinione scambiata a cena con i parenti, o al mulino con Banderas, nessun problema; si tratterebbe di una personalissima opinione fatta in un contesto privato, opinione condivisibile o meno, ma rispettabile. Nessuno intende mettere in discussione la libertà individuale di espressione delle proprie idee.
Tuttavia, nel momento in cui decide di esprimere quella stessa opinione a “
Quando parlo di “inopportunità”,
mi riferisco proprio a questo: in un Stato in cui la legislazione civile non
tutela i diritti della società LGBT, ed in un contesto sociale in cui l’omosessualità
è ancora percepita con sospetto, diffidenza e disprezzo, le parole di Barilla non
si limitano ad esprimere la politica pubblicitaria della sua azienda, ma hanno
grande influenza sulla mentalità della popolazione: portano acqua al mulino
dell’omofobia, accrescono nei tradizionalisti la convinzione delle proprie idee,
e di conseguenza il partito del “no ai diritti ai gay” si accresce nel numero
dei suoi aderenti e nella forza del suo messaggio.
Barilla, in
altre parole, non si limita a fornire informazioni sui contenuti delle proprie
pubblicità, ma (probabilmente senza rendersene conto) irrompe con decisione nel
dibattito pubblico sui diritti alla società LGBT.
Chiedo: abbiamo bisogno, in un paese che ha estrema difficoltà a
civilizzarsi e ad accettare la diversità sessuale, di queste prese di posizione
da parte di personaggi potenti ed influenti? La mia risposta è no.“Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri", ha affermato Barilla.
Ecco, caro Barilla, sei in contraddizione con te stesso. Con le tue parole hai portato acqua al mulino del “no ai diritti alla società LGBT”. Non hai soltanto “infastidito” la comunità dei gay, hai fatto qualcosa di molto più grave: hai contribuito a disseminare di ostacoli il percorso dell’eguaglianza nella società italiana.